Fado House Blues

Dal nostro racconto "Saudade e salsedine"

(seguendo l'orlo del Portogallo)

 

Tutti i paesi lungo la nostra linea a filo d’acqua avevano un’anima marina. Quasi per bilanciare l’onnipresente, mobile e ondulata visione del mare, erano fatti di case su cui la geometria ricomponeva il mondo in linee ferme, facendosi anche ornamento.

In alcuni il bianco era una pagina vuota su cui dipingere l’oro del sole o il blu del mare, in larghe fasce lungo i bordi delle pareti. Altri si perdevano in uno sconcertante delirio di maioliche e piastrelle colorate che invadevano ogni superficie con fantasie da caleidoscopio impazzito.

Altri ancora, quelli che preferivamo in assoluto, avevano case colorate dalle nuvole di pioggia venute da oltremare, e dal sale che il vento soffiava dall’oceano. Pareti su cui il tempo, come un writer temerario, aveva disegnato storie di aria e acqua. Intonaci scrostati da cui affioravano vecchie tinte, colori fradici di umidità, fioriti come muschio grasso sulla calce sgretolata.